Alla scoperta della biodiversità
Alla scoperta della biodiversità
(versione pdf)
Cinque anni son passati…
Nell´estate 2013 abbiamo fatto i primi passi: un piccolo gruppo di amici si è riunito nel nostro masetto a Sover per parlare di orti, giardini, antichi terrazzamenti in degrado, e un territorio che sembrava avesse perso la voglia di vivere.
Ispirati dal libro di Jean Giono abbiamo deciso di piantare gli alberi. In senso metaforico, ma non solo. Flavio , custode forestale del Comune, aveva già iniziato a recuperare i vecchi castagneti, Fabio e Davide alcuni terrazzamenti nella frazione di Piscine.
Da questo incontro è nata l´idea di fondare un’associazione, con lo scopo principale di invogliare molte altre persone a far rinascere la cultura ortolana, a recuperare antichi campi da decenni abbandonati…in poche parole: a creare le basi per una comunità sostenibile.
In questi cinque anni sono stati piantati molti alberi; non solo a Sover, ma in molte altre località dell’alta Val di Cembra.
Ne è testimonianza l’opuscolo frutto della cooperazione fra varie associazioni che si sono costituite negli ultimi anni (collegamento via link vedi sopra) e le varie iniziative documentate perlomeno parzialmente in questo sito. http://www.arnoteutsch.org/?page_id=194
Per ricordare i nostri primi incontri di cinque anni fa ho raccolto alcune valutazioni da parte di Fabio, Davide e Flavio.
“Da ormai cinque anni l’associazione Terre Erte si impegna nel comune di Sover nel divulgare la cultura contadina e riscoprire l’amore per il proprio territorio, in un’ottica di conservazione e mantenimento del paesaggio montano. Per gli appassionati di agricoltura, far parte di un’associazione vuol dire non sentirsi soli nell’affrontare le terre aspre e faticose, tipiche della nostra Val di Cembra e nello specifico del nostro comune. L’associazione in più crea momenti di confronto, di aggregazione e di approfondimento sui temi del cibo, dell’autoproduzione e della sostenibilità ambientale e sociale, sposando i principi slow: buono, pulito e giusto.
Gli iscritti all’associazione sono circa trenta persone, ognuno con i propri principi e sogni da coltivare, l’attività associativa cerca di rispondere alle esigenze di tutti, ma le difficoltà non mancano.
Nonostante tutto però si va avanti, mossi dalla convinzione che ogni piccola cosa fatta, ogni piccolo campo rimesso a coltura, ogni muretto a secco raddrizzato, ogni piccola conquista, per noi è qualcosa di grande.
L’ambiente è di tutti e tutti siamo chiamati a mantenerlo sano, in cambio di cibo, rapporti umani e amicizie vere. Vivere sulle terre erte, mantenere questi paesaggi frutto del lavoro dell’uomo e della natura, vuol dire amare la vita, apprezzarne le fatiche e le sorprese che ci serba in un rapporto intimo con la natura che ci circonda e ci plasma.
Arno ci ha insegnato a salutarci augurandoci “Buona Vita”, un augurio sereno, di gioia che richiama il bello nelle cose e nelle persone. E’ con questo spirito che l’associazione va avanti, ricercando armonia tra di noi e l’ambiente “erto” in cui viviamo.
(Davide e Fabio Bazzanella – soci fondatori)
“L’associazione a mio avviso sta portando avanti bene quella che era ed è la motivazione di fondo: recuperare un territorio in disuso approfittando di una visione del cibo più sana senza sfruttare all’osso la nostra terra.
Certo, c’è chi in questo deve avere sempre un tornaconto in denaro, ma come si parlava all’inizio, lo avevamo messo in conto. Purtroppo però questo aspetto sta prendendo sempre più piede.
…Ma credo sia importante andare avanti, c’è ancora molto da sensibilizzare, ed ogni piccola occasione per dire o fare qualcosa in questa direzione è sicuramente una grande occasione per far aprire gli occhi ed il cuore a tutti coloro che amano la propria terra.
L’associazione non ci fa sentire soli nel condividere queste idee …. Allora avanti, anche se abbiamo tutti molti impegni. (Flavio Dallavalle – socio fondatore)
Ciao Arno e buona vita!
Un momento particolare nella vita dell’ associazione: l’ incontro di “gemellaggio” con ortolani altoatesini (Garenkultur) al storico Ponte sull’Avisio a Sover.
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